Friggere
Con il termine friggere intendiamo
la cottura di un alimento sia esso carne, verdura
o altro, in un grasso caldissimo come olio o burro.
E’ il sistema di cottura che forse richiede
maggior attenzione proprio per il diverso grado
di calore che i vari tipi di grassi devono raggiungere
affinché l’almento frigga in modo
corretto.
Esistono
due modi di friggere, uno che richiede l’uso
abbondante di grasso detto gran frittura e
l’altro con poco grasso. Nel primo caso si
utilizza una capiente padella o, meglio ancora,
una friggitrice, nel secondo e sufficiente una
padella, meglio se antiaderente. Un utensile che
riteniamo ottimo per una buone frittura e' il
wok, strumento utilizzato nella cucina orientale
ma oggi presente ed utilizzato anche per la nostra
cucina più ‘mediterranea’.
Regole per una buona
frittura:
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se
si friggono alimenti in olio (meglio forse quello
di semi a quello d’oliva, anche se questo
va molto a gusti e potrebbe essere opinabile)
e’ necessario conoscere la temperatura
ideale che deve raggiungere affinchè il
fritto non risulti unto o pesante. Questa
temperatura e’ 180° (potete
misurarla con gli appositi termometri da cucina
o, in mancanza di questi, potete fare la prova
della briciola di pane: gettatela nell’olio.
Sara’ caldo al punto giusto quando la briciola
di pane prende un colore dorato in 30/40 secondi).
Al di sotto di tale temperatura gli alimenti
si impregnerebbero di olio e risulterebbero pesanti
alla digestione. Se l’olio invece ha raggiunto
la temperatura ideale, l’alimento si crocca
subito all’esterno formando una crosticina
che impedisce al grasso di penetrare all’interno
durante la cottura. La stessa cosa vale per il
burro o lo strutto.
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se
si friggono alimenti nel burro, invece, bisogna
fare attenzione a non superare i 120° perche’ brucerebbero.
Per evitare questo inconveniente potete unire
un goccio d’olio che, bruciando a temperature
piu’ elevare, permette agli alimenti di
friggere meglio. Ricordate, se non avete un termometro
da cucina, il burro e’ pronto per friggere
quando ha finito di schiumare e comincia a prendere
il color nocciola.
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l’alimento
va aggiunto al grasso appena raggiunta temperatura
ideale citata sopra, in modo che formi la crosticina,
successivamente, è possibile regolare
il calore in modo che l’alimento non
bruci durante la cottura.
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è sempre
meglio cuocere gli alimenti tagliati in piccoli
pezzi in modo che friggano in modo uniforme senza
bruciare fuori e rimanere crudi all’interno.
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se
i pezzi da friggere sono molti, come le patatine
fritte, e’ conveniente aggiungerli poco
alla volta, per permettere al grasso,
molto caldo, di riprendere la temperatura giusta
che si è ridotta proprio per l’ingresso
di alimenti più ‘freddi’.
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quando
gli alimenti sono pronti, croccanti e dorati,
adagiateli su carta assorbente in modo che perdano
il grasso in eccesso.
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Se
la frittura richiedesse molto tempo tenete i
pezzi già pronti nel forno appena tiepido
e ricordatevi che il fritto dà il meglio
di sé quando è molto caldo.
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se
proprio pensate di riutilizzare l’olio,
non usate quello che avete usato per friggere
il pesce, darebbe un cattivo sapore.
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prima
di passare alla frittura, gli alimenti vanno ‘preparati’:
si possono passare nella farina bianca, nell’uovo sbattuto
e poi nel pangrattato o possono essere passati in una pastella
appositamente preparata fatta con farina stemperata in acqua
fino a formare una
cremina sufficientemente densa oppure aggiungere anche un tuorlo
d’uovo e, appena prima di friggere, l’albume montato
a neve. Di sale è meglio non agigiungerne perché farebbe
uscire i liquidi della carne la crosticina dorata che si forma
si staccherebbe. (per la ricetta della Tempura del famoso cuoco
giapponese
Nobu cerca nel sito).
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Arrostire
Per arrostire intendiamo cuocere un alimento in un calore asciutto.
La cottura arrosto può essere effettuata in padella, in
forno, allo spiedo o sopra n fuoco di legna o carbonella. Molte
persone, ad esempio nella cottura degli arrosti, utilizzano i primi
due tipi di cottura: prima a fuoco piuttosto vivo nella padella,
rigirando spesso, poi, a fuoco più moderato in forno.
Regole generali per
l’arrostire:
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un
arrosto preparato in forno va girato ogni tanto
e, a circa 3/4della cottura bagnato spesso con
il suo sugo; un arrosto preparato in padella va
controllato molto più spesso (potrebbe facilmente
bruciare) e girato diverse volte. Se volete ottenere
un arrosto ben rosolato, con una crosticina croccante,
non abbondate con i grassi. L’arrosto in
forno riesce meglio se non poggia direttamente
sulla teglia, meglio quindi adagiarlo su una piccola
griglia.
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per
regolarvi nell’utilizzo dei grassi da utilizzare
nella cottura tenete conto che un arrosto che possiede
gia’ una sua parte di grasso avra’ sicuramente
meno bisogno di aggiunta di condimenti in quanto
utilizzerà parte dei suoi.
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evitare
di salare l’arrosto subito, ad inizio cottura,
perché il sale farebbe uscire i succhi della
carne impedendo la formazione della crosticina.
L’ideale sarebbe salarlo a 3/4 della cottura.
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ricordatevi
di tirare fuori la carne del frigo almeno 1 ora
prima di arrostire perchè lo sbalzo di temperatura
provocherebbe il suo indurimento.
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non
punzecchiare l’arrosto durante la cottura.
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usare
recipienti a bordi bassi in modo che il calore
lo avvolga in tutta la sua superficie.
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per
utilizzare al meglio il sugo dell’arrosto
potete utilizzare il recipiente di cottura: lo
mettete su un fornello aggiungendo un po’ d’acqua,
brodo o vino e lo fate andare a fuoco vivo finchè e
incrostazioni del fondo dell’arrosto non
si sono staccate e sciolte e il sugo non si è addensato
al punto giusto. Spegnete il fuoco ed aggiungete
una noce di burro.
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una
volta cotto e tagliato lasciare riposare l’arrosto
10-15 minuti prima di servire, magari al caldo
nel forno a temperatura minima.
Le
temperature ottimali per arrostire i veri pezzi di
carne sono le seguenti: le carni bianche richiedono
una temperatura moderata dall’inizio alla fine
della cottura (nel forno 180°); nell’arco
di questo tempo la carne cuoce bene internamente
e la superficie ha il tempo di croccarsi al punto
giusto. A 3/4 della cottura si può aumentare
la temperatura a 240°.
Le carni rosse invece richiedono una temperatura elevata all’inizio
(220°-240°) e più moderata successivamente in modo che
esternamente rosoli bene e internamente cuocia lentamente.
I pesci piccoli vanno cotti, dall’inizio alla fine a calore forte,
quelli medi richiedono inizialmente un calore forte per poi diminuirlo
dopo che l’esterno è ben rosolato, i pesci grossi, invece,
cuociono a calore moderato dall’inizio alla fine.
Per meglio regolarsi con le svariate temperature che i diversi alimenti
richiedono potete utilizzare i termometri per carni, formati
da un’asta con un quadrante che riporta le temperature ideali
per ogni tipo di carne. Il termometro deve essere infilzato nel centro
del pezzo di carne, per rilevarne meglio il giusto punto di cottura.
Tabella con tempi di cottura (indicativi) delle carni:
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filetto
di manzo 1kg – 30’ c.ca
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anatra
1 kg – 35’ c.ca
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pollo
1 kg – 1h c.ca
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maiale
1 kg – 1h e 1/2 c.ca
-
vitello
1 kg – 1h e 1/2 c.ca
-
tacchino
3kg – 3h c.ca
Per
riconoscere se un arrosto è cotto al punto
giusto occorre pungerlo al centro del pezzo:
se dalla puntura esce un liquido incolore non troppo
abbondante significa che sono cotti. Per il pollo,
meglio pungerlo sulla coscia, dove la carne è più spessa.
Per tenere l’arrosto un po’ più rosato
invece il liquido che esce dalla puntura dovrebbe
essere più abbondante. Ricordate che l’unica
carne che non dovrebbe rimanere rosata ma sempre
a cottura giusta è il maiale che, se troppo
crudo risulterebbe indigesto.
Potete riconoscere i diversi gradi di cottura anche senza pungere l’arrosto
ma semplicemente tastandolo con un dito:
- la cottura sarà molto al sangue (‘blu’) se, premendo,
si sente la carne ancora molle
- al sangue, se toccando la carne è ancora morbida e fuoriescono
delle gocce di sangue rosa
- a punto, se premendo con il dito sulla superficie la carne ha una resistenza
maggiore e le goccioline di sangue sono più numerose e rosa chiaro
- ben cotto, quando il sugo che emerge è di color marroncino e
la resistenza della carne è decisa.
Per i pesci regolatevi in questo modo: sollevate un lembo del ventre;
la carne deve essere uniformemente bianca e opaca.
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Cuocere
a vapore
Cuocere a vapore un alimento significa adagiarlo sulla griglia della pentola
per cottura a vapore contenente liquido in ebollizione come acqua puro
o aromatizzata oppure del brodo e farlo cuocere dal vapore prodotto del
liquido in ebollizione. La pentola si chiude e il liquido viene tenuto
ad una temperatura moderata fino a fine cottura. Se il liquido in ebollizione
dovesse consumarsi, aggiungete altra acqua, possibilmente già calda
in modo da non interrompere la cottura. In commercio si trovano delle particolari
griglie orientali di bambù che fanno lo stesso uso di quelle normali.
La cottura a vapore, oltre che essere buona è anche molto
salutare in quanto gli alimenti mantengono tutte le loro vitamine.
Particolarmente adatta per chi è a dieta. |
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Bollire
o lessare
Per bollire o lessare intendiamo cuocere un alimento in acqua salata o
brodo in ebollizione moderata. E’ forse il metodo di cottura più semplice
ma occorre fare attenzione e non far cuocere per troppo tempo certi alimenti
come ad esempio le verdure, che si sfalderebbero e prederebbero la maggior
parte delle vitamine e sali minerali. |
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Stufare
o brasare
Molto simile al bollire e al lessare questo tipo di cottura consiste nel
cuocere un alimento in un recipiente chiuso, a calore dolce. La cottura
può essere fatta indifferentemente su fornello o nel forno a 180°-200°,
dove l’alimento non necessita neanche di essere girato e non rischia
di bruciare. Adatti a questo tipo di cottura sono le carni, i pesci e tutte
le verdure. Alcune ricette prevedono che l’alimento venga ‘stufato’ dopo
una prima rosolatura in padella. |
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Cuocere
ai ferri o alla griglia
La cottura alla griglia consiste nel cuocere un alimento con un calore
asciutto, con poco o addirittura nessun grasso e, magari, con l’utilizzo
di diversi aromi, marinando gli alimenti qualche ora prima della cottura.
Si può utilizzare una griglia, una bistecchiera, il grill del forno
o anche una piastra scaldata elettricamente. Nel caso della griglia occorre
ungerla prima della cottura, per evitare che la carne si attacchi. In tutte
le cotture alla griglia, la cosa importante è regolare bene
il calore a seconda della forma e dello spessore degli alimenti da cuocere:
i pezzi piccoli e sottili si cuociono dall’inizio alla fine con un
calore intenso, quelli medi a calore forte all’inizio e poi più moderato,
quelli grossi si iniziano a calore intenso, poi moderato e, alla fine,
a calore dolce. |
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Cuocere
al cartoccio
Anche la cottura al cartoccio consiste nel cuocere un alimento esponendolo
ad un calore asciutto, di solito quello del forno o a volte quello delle
braci in cui gli alimenti vengono immersi.
Si cuociono al cartoccio pesci interi (di media grossezza), tranci di pesci,
medaglioni di carne avvolti in un cartoccio di carta stagnola
i cui lembi siano stati chiusi ermeticamente, insieme a condimenti ed aromi
vari. Solitamente, verso fine cottura, si apre il cartoccio per far fuoriuscire
ed evaporare i liquidi in eccesso.
Lasciate sempre un po’ di spazio all’interno
del cartoccio per permettere la circolazione dell’umidità.
La cottura al cartoccio, oltre ad essere saporita e dietetica e anche molto
scenografica quindi non disdegnate di portare in tavola il cartoccio…farete
un’ottima figura! |
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